Alla fine perchè sono arrivata a Philadelphia?
Ora mi ricordo. Tutto parte da Nizza, che strano! Nizza in un modo o nell'altro, entra spesso nella mia vita. Ero in aeroporto e sfogliando la rivista in attesa di un volo che doveva atterrare o che doveva partire, questo non lo ricordo, ho trovato un articolo "échappéé belle: Philadelphie, la mémoire du Nouveau Monde" che descriveva 3 esperienze insolite da fare a Filadelfia e, visto che a Philadelphia non avevo mai pensato di andare, mi si è accesa una lampadina anzi quasi un lampadario pieno di lampadine che mettevano in fila tanti puntini come nei vecchi giochi della settimana enigmistica.
Il mio viaggio East Coast On The Road riparte da Baltimora in una piovosa giornata di fine settembre verso Annapolis che è stata capitale USA dal novembre 1783 al giugno 1784 e che oggi è la capitale dello stato del Delaware.
Ci sono tantissimi edifici settecenteschi in questa bellissima città le cui vie ricordano ancora la Londra dei racconti di Dickens (se non consideriamo le macchine, ma come si fa a fare un viaggio on the road senza macchina...) ed in particolare la Hammon-Harwood House che è considerata la casa coloniale più bella degli stati uniti.
Mare, barche a vela, ostriche, cadetti dell'accademia navale, voglia di tornare e veleggiare nella Cheasepeake Bay.
Ora che sono stata a Washington credo di poter dire con sicurezza che esistono almeno tre buoni motivi per sognare o rifare un viaggio nella Capitale degli USA.
La città si contraddistingue per gli imponenti monumenti ed edifici neoclassici ed è davvero meraviglioso passeggiare in lungo e in largo, un passo dopo l’altro.
Da Dupont Circle sino giù alla Casa Bianca e poi dal Washington Monument al Lincoln Memorial. Chilometri e chilometri dove protagonista è la storia degli Stati Uniti d'America.
A Capitol Hill c’è l’imperdibile Library of Congress, costruita per mostrare al mondo che la nuova America si fondava sulla cultura. Oggi questa biblioteca è un polo culturale imponente, molto affascinante e ricco di eventi. Un luogo davvero imperdibile.
Il terzo buon motivo per tornare naturalmente è il cibo che non può che essere superlativo in una città così vissuta come è la capitale. Per una cena a tutta Washington vi consiglio il ristorante turco greco libanese Zaytinya by José Andrés a pochi passi dalla Capital One Arena per chi volesse godersi prima o dopo una partita di hockey su ghiaccio dal vivo.
Questi 3 motivi sono un assaggio della bellezza di Washington, tappa obbligata negli USA e ora via in treno verso Philadelphia, la meta iniziale che è diventata la tappa finale del mio viaggio lungo la costa Est degli Stati Uniti, quella che si chiamava un tempo il Nuovo Mondo.
Eccomi arrivata a Philadelphia, la città della Pennsylvania culla della Dichiarazione d’Indipendenza e della Costituzione Americana.
Ma non solo, Philadelphia ospita più di 4.000 murales che adornano le pareti di fabbriche, scuole, ospedali, complessi residenziali, distribuiti nei diversi quartieri della città, creando uno straordinario museo a cielo aperto. Per la sua Street Art Philadelphia è ai vertici mondiali dell’arte moderna pubblica.
Il territorio urbano si è fatto habitat naturale di questa forma d’arte in grado di dare nuova luce anche agli spazi più grigi, dai tetti dei palazzoni ai muri dei parcheggi e capace anche di integrarsi magicamente e colorare tutti i quartieri di Philly.
Passeggiare per la città con il naso all’insù e scoprire le tele di questa infinita galleria d’arte è davvero favoloso.
Ecco il primo motivo per cui sono venuta a Philadelphia c'è il Rodin Museum che rappresenta la più grande collezione dello scultore francese al di fuori di Parigi.
Come tanti altri musei che ho trovato in questo viaggio il Museo di Rodin nasce dalla collezione privata di un filantropo, Jules Mastbaum uomo d'affari del mondo del teatro che raccolse tantissime opere intorno al 1925, pochi anni dopo la morte dell'artista, in uno splendido edificio circondato da un giardino che in piccolo ricorda proprio il museo Rodin di Parigi, il mio grande amore... devo tornarci al più presto.
A Philadelphia si mangia veramente bene. L'influenza francese ed europea in genere, unita alle tante comunità che vivono in città, porta la qualità del cibo ad un livello superiore.
Ed eccomi alla seconda meta: il Reading Terminal Market nel centro della città. Venne aperto nel 1892 ed è il mercato più antico degli Stati Uniti.
La "cheesesteak" a Philadelphia è una questione religiosa e le dispute sul dove trovare la migliore pare siano molto accese. Proprio qui un tizio mi ha chiesto "ehi! dove hai preso quel panino?" e io gli ho risposto che arrivava dal banco dove la fila era più lunga e fortunatamente lui, che ne aveva presi due solo per sè, ha approvato con un sorriso e qualche racconto sul migliore posto in città dove sarei dovuta andare per provarla.
Nella zona South Street Philadelphia, dove ho trovato casa, ho provato il Jim's Steak dove dovete ricordare di portare i contanti perchè è uno dei pochi posti dove non sono accettati pagamenti elettronici o con carta di credito, ma il panino è davvero grandioso.
Sempre in zona ho scoperto un ristorante francese interessante, il The Good King Tavern, del resto se sono qui è anche merito di Nice, la città della Francia [cit. Mr. Nice].
Un ultimo suggerimento è il ristorante israeliano Dizengoff , nella cuore della zona commerciale, pronto a soddisfare la curiosità di chi non conosce la cucina mediorientale e vuole un primo appuntamento perfetto.
Ed eccoci alla fine che poi è anche l'inizio di tutto. "The Electric Street" che prima si chiamava Percy Street è la mia ultima tappa speciale. Opera di un paio di artisti che hanno trasformato un muro in un affresco luminoso al neon, un po' quartiere a luci rosse di Amsterdam e un po' Autogrill di Guccini.
Si trova poco sotto South Street, dove ho trovato casa e dove troverei casa se mai dovessi vivere qui. Quel gioco che forse in tanti facciamo pensando che un viaggio è vivere e non solo vedere.