Questo è il momento giusto per un viaggio sulla strada negli Stati Uniti, attraverso le città degli stati fondatori che si affacciano sulla costa Est. Il titolo potrebbe essere "East Coast On The Road".
Che meraviglia essere qui.
Vi è mai capitato di vedere un luogo in un film e di rimanerne completamente rapiti?
E alla fine dire: “che bello, vorrei andarci!”... Sono qui anche per questo motivo.
Avevo comprato la guida per l’East Coast degli Stati Uniti da tempo ed è stata lì a guardarmi dalla libreria da allora. E alla fine eccomi qui a Montauk.
È la punta di Long Island, nello stato di New York, immersa nel verde e circondata dal mare infinito.
Le spiagge oceaniche degli Hamptons sono interminabili, silenziose ma ruggenti, disabitate e accoglienti in questo fine settembre. Insomma sono perfette per me.
Il faro che segnala la punta veglia fiero sulla fine del mondo. Esploratori, pescatori di balene, amanti del mare sono arrivati qui da luoghi lontani.
Sulla strada c’è The Lobster Roll, il classico dining che ti accoglie in ogni momento della giornata.
Ci siamo seduti per caso proprio a quel tavolo dove tutto è iniziato.
Ecco Montauk, dal vivo ha acquistato ai miei occhi ancora più fascino perché è proprio vero che è un luogo magico, non lo avevo solo immaginato.
E forse tra un po’ di tempo, quando salirà la nostalgia, riguarderò The Affair.
Ora è tempo di partire verso The Shore, la costa atlantica del New Jersey mi aspetta.
Spring Lake è una cittadina interessante in questa stagione. Passo di qui per caso o meglio, per scavallare New York e mi trovo in un quartiere interamente caratterizzato da case in stile vittoriane affacciate sulla spiaggia, ognuna con il suo prato verde, la bandiera a stelle e strisce e gli stendardi delle squadre sportive dove il prorpietario ha giocato o che il proprietario tifa. Questo non lo so, non lo ho scoperto.
Ho camminato lungo l'interminabile passeggiata che costeggia la spiaggia dove i ragazzi surfano le onde con qualsiasi condizione meteo, al mattino subito prima di colazione e alla sera subito dopo la cena quando era praticamente deserta, sono entrata in contatto con la potenza dell'oceano Atlantico e ho pensato che dall'altra parte del mare c'è Lanzarote.
Prima di ripartire vi consiglio il pranzo perfetto al Sun & Waves Market dove potrete scegliere tra una ottima selezione di cibi di qualità che potranno accompagnarvi verso la prossima tappa senza lasciarvi con la fame.
Nel mio viaggio on the road sto inseguendo le origini degli Stati Uniti.
Sapete che Lancaster nel settembre del 1777 fu la Capitale degli USA? Accadde quando il Congresso, solo per una notte, si fermò qui. E allora perché non fermarmi anche io.
Siamo nella Pennsylvania Dutch Country, dove le comunità religiose degli amish, dei mennoniti e dei confratelli si insediarono dopo essere scappate dalla Svizzera all’inizio del diciottesimo secolo e ancora oggi cercano di vivere come “plain people”.
Vivono in grandi fattorie, molti di loro non usano la corrente elettrica, si muovono con carri trainati da cavalli e vestono abiti che ricordano film che molti di noi hanno visto: “Una casa nella prateria” mi piaceva un sacco.
On the road sulla Route 30, la Route 340 e lungo le piccole strade di campagna si incontrano molte soprese. Percorretele in lungo e in largo un po' a caso e alla fine fermatevi al Miller's Smorgasbord Restaurant per un pasto tutt'altro che frugale ma certamente di stampo rurale e di antica tradizione europea.
Le strade sono confortevoli, soprattutto quando l'affitto della macchina prevede che ci sia un solo guidatore e quello non sei tu, raccolgo le idee su un paesaggio che un po' mi ricorda la mia terra con una connotazione ancora più agreste, forse il Piemonte che è nei mie ricordi di bambina, inizio così la parte del viaggio nelle città della East Coast: Baltimore, Washington e Philadelphia.
A Baltimore sono arrivata convinta di trovare quell'America di cui sento parlare molto in questo periodo precedente alle prossime elezioni presidenziali, ed in effetti penso proprio di averla trovata.
Una città di 600.000 abitanti nello stato del Maryland che ho trovato veramente interessante perchè piena di contraddizioni. Da un lato viene definita "charme city" perchè la scena artistica è vivace ma dall'altro si precepisce un po' di malessere sociale, un po' di quella decadenza che pare attraversare molte città del mondo occidentale.
Per un breve periodo tra il 1776 e il 1777 anche Baltimore è stata Capitale degli Stati Uniti per poi diventare una delle più importanti città portuali del paese.
Ci sono un paio di muesei che meritano una visita.
Nella zona della città che si chiama Inner Harbor [porto interno] c'è lo stravagante American Visionary Art Museum mentre nella centrale zona Mont Vernon si trova lo stupefacente Walters Art Museum frutto della donazione di una intera collezione di opere dei più importanti pittori italiani, francesi e fiamminghi che una famiglia di filantropi ha donato alla città di Baltimora, un po' Louvre e un po' Uffizi.
La parte di città compresa tra il campus dell'Università Johns Hopkins e Downtown, mostra una Baltimora un po' degradata che ricorda lontanamente la storia degli anni settanta e ottanta, precedente alla riqualificazione del centro della città e principalmente dell'inner harbor.
Una cena al Marie Louise Bistro in pieno stile francese è quel che ci vuole per chiudere la giornata e se poi dalla vetrata vedi un interessante vernissage non resta che attraversare la strada ed imbucarsi ad una festa con tanto di benvenuto e calice di champagne per proseguire la serata.
E ora sono pronta per proseguire il viaggio verso le altre capitali degli Stati Uniti, in attesa che venga eletto il nuovo presidente, ma sia chiaro che io so da che parte stare...