Sono venuta ad assaggiare l’isola. Finalmente.
Con Lanzarote da un po’ di tempo ho in piedi una danza del parto o non parto.
Ora, come posso raccontare quello che ho sentito appena sbarcata sull'isola?
I primi passi sono i più importanti in ogni evento significativo.
In questi casi forse è più facile trovare le analogie nella differenza.
La prima volta che sbarcai in Sardegna sentii il profumo del mirto, della macchia mediterranea mista al salino e poi quel profumo mi è rimasto nei sensi, molto vivo, da allora fino ad oggi.
Lanzarote è diversa. Pare banale dirlo ma forse è diversa da tutte.
Si sente l'odore dell'oceano e del deserto nello stesso tempo e del vulcano. Secco, asciutto ma salmastro.
Nero, Blu, Bianco. Il Vulcano, l’Oceano, il Vento.
[AGGIORNATO FEBBRAIO 2024]
Anche questa volta, prima di arrivare, non ho voluto sapere troppo di Lanzarote perché col tempo ho capito che voglio lasciare spazio solo alle mie sensazioni nei luoghi che vivo per la prima volta.
È quella illusione della scoperta che al giorno d'oggi è praticamente impossibile.
Però così per me funziona.
Sono atterrata, ho affittato una macchina e mi sono diretta a casa, sotto il vulcano, mentre il sole volgeva al tramonto. E poi così, sono andata incontro alla bellezza senza una meta precisa, un giorno dopo l'altro.
È Lanzarote che ti cattura, ti guida un paesaggio dopo l'altro con il suo mutevole movimento di luci e colori.
Mare, vulcano, tramonto e case bianche. Solo case bianche.
Ci sono luoghi da non perdere su quest'isola.
La potenza dei vulcani che dal 1730 al 1736 sconvolsero letteralmente l'isola è facilmente leggibile durante una visita nel Parco Nazionale Timenfaya, nella zona sud-ovest di Lanzarote.
Qui l'attività vulcanica è visibile ad occhio nudo e nei sensi, il calore che sale dalla terra attraversa il corpo e anche l'anima.
Dal 1993 l'UNESCO ha riconosciuto a quest'area la qualificazione di "riserva biosferica" grazie alla sua unicità.
L'isola è circondata dalle spiagge.
A nord, sotto le scogliere c'è la maestosa Playa de Famara.
Per citare Wikipedia: è una delle spiagge più frequentate dell'isola ed è situata in un villaggio di pescatori. È il paradiso per gli amanti del kite-surf grazie al forte vento che si abbatte sulla spiaggia. Spesso a causa del vento fare il bagno è impossibile. La spiaggia è lunga tre chilometri dalla stessa si possono ammirare tramonti mozzafiato.
A ovest si trova il villaggio di El Golfo.
Qui si può ammirare il Charco de los clicos o Charco Verde, un piccolo lago d'acqua salata dal colore verde smeraldo che ripropone la conformazione di un cratere con le sue ripide pareti laviche e la spiaggia di ciottoli neri erosi dal mare e dal vento.
A sud la famosissima Playas de Papagayo.
Qui, a pochi chilometri dalla affollata e turistica Playa Blanca, ci sono una serie di spiagge incontaminate sulla Costa del Rubicon. Ho visto il sole tramontare sul mare e colorare il cielo di tutti i toni del blu, del rosso e del giallo, insomma i classici colori del tramonto che mi sono sembrati infiniti pennellati dal vento, laggiù all'orizzonte, dell'oceano Atlantico.
E poi chi è quel genio di César Manrique?
Difficile descrivere le architetture che ha realizzato sull'isola. Sono un insieme di insediamenti armonizzati alla natura che li circonda e addirittura nati per far si che quella natura venga frequentata e visitata dall'uomo, mi verrebbe da dire "ospite" e non "dominatore".
L'elenco dei luoghi ideati da questo artista eclettico è lunghissimo e non vedo l'ora di completare il sorprendente tour. Qui un assaggio del Mirador del Rio [dove si può vedere l'oceano dalla punta dell'isola] e del Jameos de l'Agua [dove si può scoprire il vulcano dai suoi canali lavici].
Eccomi finalmente nell'inverno del 2024 che a Lanzarote è sempre Primavera a casa di César Manrique.
Il Taro de Tahiche è una spettacolare casa e luogo di creatività dove l'artista si stabilì non appena tornato sull'isola nel 1966 dalla sua esperienza a contatto con l'avanguardia creativa di New York.
Oggi l'edificio sorto nel cuore di una colata lavica è la sede della Fundacion César Manrique: un luogo davvero incredibile e assolutamente da non perdere.
Nel 1988 Manrique si trasferì ad Haria , il mio villaggio preferito sull'isola, dove si può visitare la Casa del Palmeto Casa-Museo César Manrique dove tutto è rimasto fermo nel tempo, nella quotidianità di un artista che ha vissuto in simbiosi con la magia di questa terra, dei suoi vulcani e del suo mare.
A pochi chilometri dalla spiaggia di Arrieta c'è un altro interessante intervento di Manrique, un giardino botanico di quasi 4.500 cactus, il Jardin de Cactus.
Ho tenuto il meteo puntato su questo gioiello nero d’Atlantico per un intero anno e alla fine eccomi qui a verificare se il clima è davvero così speciale. Non solo.
L’isola è viva, come piace a me, pulsa di energia sotto i piedi e nell’aria.
Torno a casa certa che questo è solo un arrivederci, Lanzarote è un’altra isola che sento già un po’ mia.
Ecco qualche indirizzo food & beverage:
Bodegas Rubicon nella regione vinicola di Lanzarote [La Geria]
Il vino di Lanzarote rilascia tutto il sapore dell'isola. Coltivazione eroica e cultura si uniscono in una visita a questa cantina.
Mirador de las salinas lungo la LZ703
Vista incredibile al tramonto sulla Salinas de Janubio. Una cheviche ed una paella possono salvare il mondo.
Restaurante Tacande ad Haria
A pochi passi dalla Casa Museo di Cesar Manrique.
Un pranzo felice in una cucina piena di filosofia e materie prime dell'isola.
Restaurante Hespérides a Teguise
Un buon ristorante di cucina canaria, piatti tradizionali, vino di Lanzarote e birre artigianali dell'isola.
Se è domenica ricordate di prenotare perchè a Teguise quando c'è il mercato l'affluenza è importante.
Restaurante El Risco a Famara
Non serve fare surf per sedersi ad uno dei tavoli di questo interessante ristorante di pesce freschissimo fronte oceano e con una vista spettacolare sull'Isla Graciosa, la mia prossima tappa.
A presto.......
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