Parigi è uno dei miei grandi amori. In tanti anni ho passeggiato in lungo e in largo per questa rete dorata di infinite vie, ho sempre guardato davanti a me i viali alberati, le case, i palazzi, i musei, il cielo blu e quello plumbeo.
Ho incrociato gli sguardi, ho osservato le persone, curiosato oltre le luci accese delle finestre, sono entrata nei cortili e ho annusato i profumi del bucato e della cena pronta.
Ho guardato anche le vetrine, non lo nego, nelle mie giornate parigine ho dedicato del tempo allo shopping. Ho portato a casa con me abiti, tazze, una spilla antica, un ciondolo, molte cartoline, un quadro, tovaglie ricamate, libri, un paralume, un cavo elettrico, caraffe per il vino, tanti bicchieri, un cappello, profumi, un girocollo, una borsa a fiori, sandali di cuoio, tutto il cibo e il vino che ho potuto e ...
Tanti anni, tantissimi ricordi... del resto come disse Honorè de Balzac "Colui che non viene molto spesso a Parigi non sarà mai completamente elegante".
Questa volta passeggiando lungo Rue de Martyrs ho avuto un pensiero: le vetrine di questa città, più di qualsiasi altra, mi hanno fatta sognare.
Ho pensato a Parigi con una prospettiva diversa dal solito, un po' nascosta, un po' timida, un po' protetta: La mia Parigi oltre il vetro.
Il museo Picasso
Arte diffusa
Le delicatezze
Un buon libro
Lo shopping
Un pasto completo
Al piano
Merci
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